Trattarsi bene dopo il Covid

Trattarsi bene dopo il Covid

trattarsi bene

E’ possibile in questo periodo trattarsi bene e prepararci alla ripresa? Si perché prima o poi la ripresa arriverà e noi abbiamo bisogno di essere in forma, carichi e positivi per quello che possiamo nonostante lo shock che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo.

Possiamo imparare a meditare, ad esempio grazie alle meditazioni guidate che puoi trovare sul nostro sito. Qualcuno dei partecipanti ai nostri corsi trova grande giovamento dall’esercizio fisico o dalla danza, fatti a casa propria con delle belle musiche che possano stimolare.

Quando andiamo in farmacia o al super e siamo in coda proviamo a goderci la cosa. Possiamo ancheutilizzare il tempo per meditare, la meditazione in azione come insegna Thick Nath Hanh. Osserviamo le persone, osserviamo la natura o ciò che c’è intorno a noi. Sentiamo noi stessi come stiamo. Un atteggiamento di non giudizio, di inclusione di noi stessi delle nostre parti, anche della paura, oltre che dell’altro. Il tempo rallenta, non possiamo più correre (dove corriamo?). E così possiamo utilizzare al meglio questo stop forzato per imparare a rallentare e ripristinare le nostre energie vitali. A volte è difficile ma trattarsi bene è possibile.

Cerchiamo di passare del tempo senza cellulare, senza ascoltare le notizie in continuazione; spegniamo tutto quello che possiamo spegnere e proviamo a stare con il vuoto che può diventare, quando ci si abitua, molto piacevole e fertile.

trattarsi beneAlcune soluzioni

Quando hai la possibilità di uscire di casa (per i pochi motivi che sappiamo) cerca di meditare facendo le cose che hai la necessità di fare così come camminare. La meditazione camminata è una buona pratica di consapevolezza e anche questa come tutte le meditazioni rigenera energia vitale. Io personalmente non amo meditare stando seduta a far niente. Preferisco le meditazioni in movimento e soltanto una volta scaricate le tensioni amo stare ferma, restando in quello che c’è.

Cerchiamo di rendere sacre anche le attività più banali, come prendersi cura di sé, cucinare dei pasti buoni e sani, mettere a posto e pulire il luogo in cui si vive. Alcuni stanno mettendo ordine negli armadi e mi hanno condiviso che non si erano mai resi conto del disordine che si era creato negli anni precedenti. Che bello, allora, avere tutto il tempo che abbiamo ora a disposizione e sfruttarlo per il proprio benessere. Trattarsi bene è dare attenzione alle cose semplici.

Questione di scelta

Non ci dimentichiamo di creare un angolo della bellezza, un tempio sacro, piacevole e che dia la sensazione di prosperità. un esempio può essere quello di mettere una statua sacra che piace o una foto, un oggetto per voi sacro, delle monete a ricordare la prosperità, un cristallo. Il tempio sacro deve piacere, dare entusiasmo, ci ricorda che siamo sacri, che la vita lo è e che abbiamo bisogno di togliere la separazione che esiste spesso tra il materiale e lo spirituale ma invece fondere le due aree, entrambe di vitale importanza per noi oggi.

Ricordiamoci che trattarsi bene è anche mangiare in consapevolezza, dando attenzione a tutti i sensi, prima della bocca assaporiamo il cibo con gli altri sensi e (come facciamo a volte a scuola) proviamo ad assaporare in silenzio il pasto – almeno qualche volta – senza distrazioni pensando a chi ha coltivato il cibo che abbiamo nel piatto, agli elementi della natura che hanno contribuito alla sua crescita.

Ricordiamoci di condividere con una persona amica come ci sentiamo, evitiamo di isolarci. E se viviamo con qualcun altro e siamo sicuri di non essere contagiati ricordiamoci il potere degli abbracci.

Vi lascio con uno scritto del Maestro Vietnamita Thick Nath Hanh

…..A mio parere, l’idea che lavare i piatti sia sgradevole può verificarsi solo quando non lo stai facendo.

Una volta in piedi davanti al lavandino con le maniche rimboccate e le mani immerse nell’acqua tiepida, non è poi così male. Mi piace prendere il mio tempo con ogni piatto, essendo pienamente consapevole del piatto, dell’acqua e di ogni movimento delle mie mani. So che se mi sbrigo per andare a prendere una tazza di tè, il tempo sarà spiacevole e non degno di essere vissuto. Sarebbe un peccato, perché ogni minuto, ogni secondo della vita è un miracolo. I piatti stessi e il fatto che io sia qui a lavarli sono miracoli!

Ogni ciotola che lavo, ogni poesia che compongo, ogni volta che il campanello suona è un miracolo, e ognuna di queste cose ha esattamente lo stesso valore. Un giorno, mentre lavavo una ciotola, sentivo che i miei movimenti erano sacri e rispettosi come fare il bagno a un Buddha neonato. Se dovesse leggere questo, quel neonato Buddha sarebbe certamente felice per me, e per niente insultato di essere paragonato ad una ciotola.

Daniela Zicari

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