Scuola di counseling esperienziale e relazionale

Aree tematiche
e programmi

Alcuni argomenti del primo anno

della nostra Scuola

  • Le basi del Counseling
  • Le basi della Psicologia umanistica
  • Ascolto attivo ed empatico
  • Le basi del setting
  • Le qualità del Counselor
  • Il virus della disapprovazione e come guarirlo
  • Dalla bassa all’alta autostima
  • Conoscere il proprio albero genealogico e comprenderne i punti di forza e i talenti che arrivano da lontano
  • Il Bambino interiore e le sue parti creative e magiche
  • Il Genitore amorevole
  • I bisogni personali e relazionali
  • Gli schemi di nascita e le loro conseguenze sulla vita attuale
  • Il potere del qui e ora
  • Gli schemi inconsci delle relazioni
  • La relazione con sé stessi, l’amore per sé, imparare il non giudizio
  • Le relazioni d’amore tossiche e sacre; codipendenze emozionali
  • Conoscere e sperimentare i chakra
  • Le basi della respirazione energetica
  • Il lavoro con il corpo e il grounding
  • Il sentire e il focusing
  • La respirazione in acqua calda
  • Passare dalla coscienza di scarsità alla coscienza di prosperità
  • Abbondanza e spiritualità
  • Modelli comportamentali
  • Senso di colpa e perdono
  • Le più importanti emozioni: conoscerle e sentirle
  • Cibo e nutrimento
  • Imparare a costruire obiettivi
  • Come funziona la mente inconscia e i pensieri sabotanti
  • Le parti al nostro interno: la psicologia dei sé
  • Conoscere i vari tipi di intelligenze e l’intelligenza emotiva
  • Imparare a comunicare in modo ecologico e col cuore
  • La scrittura terapeutica
  • Il potere della parola

Aree tematiche

e programma del triennio della Scuola di Counseling Esperienziale e Relazionale

La storia

Oltre a trattare lo sviluppo storico del Counseling sia in Italia che all’estero, durante il percorso della nostra Scuola vengono insegnate le origini del Counseling che rappresenta la terza forza della Psicologia Contemporanea, denominata anche Psicologia Umanistica.
La Psicologia Umanistica s’interessa di tutti quegli argomenti che hanno avuto poco spazio nelle teorie precedenti. S’incomincia a parlare di autorealizzazione, gratificazione, valori, amore, creatività, responsabilità, significato.
Vengono studiati Rogers, Maslow e May come fondatori del Counseling. Maslow ci ricorda in una sua celebre citazione: “Per semplificare al massimo possiamo dire che è come se Freud ci avesse offerto la metà malata della psicologia, ora dobbiamo completare quella sana”.
Allo stesso modo nel nostro percorso formativo studiamo argomenti ed esponenti che al meglio hanno rappresentato il passaggio verso la Psicologia Transpersonale, come ad esempio Assaggioli, Perls e Jung, quella psicologia che grazie agli influssi dell’oriente integra dei concetti nuovi.
Inoltre vengono trattati al meglio anche alcuni aspetti della Psicologia della Trasformazione, quella psicologia che integra corpo, mente, spirito ed emozioni, trattando l’essere umano nella sua totalità.

Durante le lezioni sui fondamenti del Counseling insegniamo le caratteristiche specifiche di un colloquio di Counseling. Come sempre sia con lezioni teoriche che pratiche.
Crediamo nell’importanza dell’esperienza per poter integrare al meglio le teorie apprese.
Forniamo le basi del colloquio: dall’accoglienza gentile e disponibile all’aiutare il cliente a comprendere al meglio la domanda che porta, alla presa di responsabilità rispetto a tale domanda e al lavoro che si andrà a fare insieme. Insegniamo vari tipi di intervento a seconda della tematica e della persona che ci troviamo di fronte.
Viene insegnata la cura dell’anamnesi, domande precise e aperte per poter meglio comprendere il cliente ma soprattutto aiutarlo a comprendersi. Abbiamo bisogno come Counselor di mostrarci attenti e curiosi: riteniamo importante che questa cura e attenzione siano sincere e perché questo possa avvenire diamo risalto alle qualità che il Counselor ha bisogno di sviluppare.
Inoltre proponiamo un lavoro di crescita personale che la scuola offre per poter sviscerare i propri blocchi per poter quindi aiutare al meglio gli altri. Oltre all’anamnesi che va insegnata con molta cura, ci soffermiamo, come detto in precedenza, sulla pratica: insegniamo a condurre un colloquio interamente cognitivo, così come ad inserire nello stesso una visualizzazione, un contatto col sentire, un esercizio di gestalt, oppure un disegno o, ancora, una costellazione con dei pupazzetti. Le tecniche da noi insegnate e proposte sono il frutto della lunghissima esperienza, maturata in anni di lavoro.
Diamo molta attenzione allo stato di presenza dell’operatore. La preparazione prima di un colloquio, così come la cura di sé alla fine degli stessi: questo per preservare la qualità degli interventi quanto la propria persona per evitare situazioni di burnout.
Per migliorare la qualità della presenza dell’operatore, la scuola offre meditazioni e altri strumenti al fine di entrare in contatto profondo con le proprie risorse. Il lavoro sulla scoperta e l’ampliamento delle proprie risorse risulta essere un’ancora essenziale durante la pratica del nostro modo di fare Counseling.
Naturalmente fanno parte delle lezioni di Counseling argomenti fondamentali quali l’ascolto attivo, l’empatia, la riformulazione, l’attenzione alla comunicazione verbale e non verbale.
Si affronta la domanda nel counseling: che cosa veramente chiede il cliente che si rivolge al Counselor. Le caratteristiche che devono avere il contratto e il setting. Se la cornice in cui ci si muove è chiara fin dall’inizio i risultati in termini di raggiungimento degli obiettivi saranno soddisfacenti.

A proposito di obiettivi tracciamo una guida che racchiude le linee fondamentali per la comprensione degli stessi. La maggior parte dei clienti arriva da noi con l’idea chiara su quello che non vuole, pochi sanno valutare invece con chiarezza esattamente quello che vogliono e in base a questo ad investire in termini di tempo, energia e denaro. La lezione contiene i principi per chiarire gli obiettivi perché siano formulati in modo positivo, semplice, compatibile con l’etica del Counseling oltre ad essere verificabili.

Durante tutta la Scuola vengono utilizzate varie forme di esercitazioni: colloqui simulati, con feedback da parte dei colleghi, dei tutor e dei docenti. Triadi: colloqui simulati in gruppi di tre, così da avere un Counselor, un cliente e un supervisore che darà poi il suo feedback. Inoltre verranno svolte altre esercitazioni, in ogni week end di scuola, a seconda dell’argomento trattato.

Durante lo svolgimento della nostra scuola insegniamo i principali modelli di
comunicazione: il nostro di riferimento è quello della comunicazione non violenta di Marshall. Riteniamo che sia il modello che meglio si abbini alla professione del Counselor.
Infatti, la comunicazione non violenta concepisce l’essere umano come tendente in modo naturale verso la vita e il benessere, aspirando alla soddisfazione dei propri bisogni naturali in quanto universali. Si occupa inoltre di accompagnare le persone verso la piena realizzazione della proprie innate potenzialità. Per questi motivi, dalla nascita della nostra scuola nel 2001, questo è stato il metodo prevalentemente insegnato nei nostri corsi.
Attraverso la teoria e la pratica, i nostri studenti ottengono un metodo che sostiene in modo naturale le capacità di funzionare, pensare, comunicare e quindi di parlare
esprimendo se stessi in contatto col momento presente, ai propri sentimenti, sensazioni, bisogni, comprendendo come tutto questo può cambiare a seconda dei contesti della vita e delle proprie relazioni.
Grazie ai modelli di comunicazione che insegniamo, lo studente diventa consapevole delle abitudini disfunzionali, che ha acquisito a causa della propria educazione, che lo hanno allontanato dalla propria natura. È necessario quindi apprendere una nuova modalità che possa essere appagante. Questo porterà verso un cambiamento nel modo di pensare, funzionare e comunicare.
Come abbiamo già accennato, durante la nostra formazione viene posto un forte accento alla qualità della presenza di sé, in relazione al proprio corpo, cuore, mente e spirito.
Imparando a comunicare con le varie aree presenti al proprio interno sarà possibile poi rivolgersi all’esterno in modo più appropriato ed ecologico.
Una parte del percorso viene impiegata ad esplorare una comunicazione interiore basata sull’accoglienza e il contatto con i propri bisogni. L’amorevolezza verso quelle parti di sé che si sono giudicate e criticate sarà, infatti, una parte importante del lavoro. Comunicare con se stessi in modo non penalizzante e giudicante darà una nuova spinta vitale verso la propria realizzazione, come esseri umani prima ancora che come Counselor.
Viene anche sviluppato un lavoro per liberarsi dalle pretese verso di sé e gli altri, dai sensi di colpa, dalla vergogna. Soprattutto si comprende come la comunicazione, che comporta premi e punizioni, non è ecologica e alla lunga non funziona, creando un clima di tensione e stress. In pratica si insegna il passaggio dalla comunicazione violenta (molto comune e facilmente osservabile nei programmi televisivi) verso una comunicazione più consona al rispetto della persona, perfettamente congrua con quello che si insegna nell’etica del Counseling.

Si dà spazio alla comunicazione non verbale effettuando uno specifico lavoro sul corpo. Si studiano i canali sensoriali, attraverso i quali noi tutti comunichiamo. Si consegna agli alunni un test che aiuterà a comprendere attraverso quali canali preferenziali la persona comunica. Aiuterà anche a comprendere meglio i canali di comunicazione delle persone con cui si viene in contatto, sia nelle vita privata che nei colloqui di Counseling.

Per quanto riguarda il tema delle scelte si propone un lavoro sulla capacità di assumersi le proprie responsabilità per insegnare ad uscire, per quanto è possibile, dal ruolo di vittima e diventare protagonisti della propria esistenza. Non persone onnipotenti (rischio del mondo new age) ma capaci di scegliere, vivendo le frustrazioni che spesso i cambiamenti portano con sé.

Per quanto riguarda questo tema viene proposto come argomento il triangolo di Karpman, un modello che spiega e insegna la presa di responsabilità, diventando consapevoli dei ruoli disfunzionali, per poi potersene liberare. Questo è un passaggio possibile verso il cambiamento, argomento a cui viene dato ampio risalto durante tutto il percorso scolastico.

Tutti i partecipanti, docenti compresi, durante i tre anni di percorso vivono dei cambiamenti di vita: lavorativi, familiari, sociali, spirituali. Questo percorso li accompagna, grazie alla teoria e alla pratica che insegna, dentro al processo di cambiamento aiutando a viverlo con le sue frustrazioni, ansie e peculiarità. Svolgendo questo processo sarà possibile portare nella propria pratica di Counselor quello che si è vissuto con successo sulla propria pelle.

Il programma prevede lo studio della mente e del suo funzionamento: come funziona la mente conscia e la mente inconscia dal punto di vista di Freud, Jung, Assagioli. Vengono utilizzate immagini, quali ad esempio l’iceberg e l’uovo di Assagioli e forniti strumenti per la comprensione di come la conoscenza di sé possa portare più consapevolezza: ad esempio sugli schemi di controllo della propria vita che creano blocchi. Attraverso il metodo integrato possiamo dare una visione più ampia dei meccanismi che operano sul funzionamento della mente umana.
Nel nostro percorso è previsto lo studio della vita perinatale e natale (Verny, Soldera, Leboyer, Odent) e di come i blocchi creati in quella fase riducano la resilienza. Tale studio serve anche a portare attenzione e migliorare la consapevolezza di quei futuri genitori che frequentano i nostri corsi.
Abbiamo optato per una scuola integrata andando oltre i confini di un’unica filosofia di riferimento, cercando di imparare da diversi modelli di apprendimento e vedendo la vita da diverse prospettive. Dove non arriva una può arrivare un’altra, sempre con lo scopo di aiutare le persone laddove si possono aiutare.
L’apertura verso diverse teorie e tecniche fa sì che i modelli si arricchiscano reciprocamente portando beneficio e modelli più efficaci per l’utenza. Infatti i nostri interventi sono sempre a beneficio della persona, che è al centro della nostra attenzione, non tanto e non solo per le problematiche che porta ma anche e soprattutto per le risorse e i talenti che potrà sviluppare, in un’ottica di fiducia, introspezione e armonia.
Utilizzando gli strumenti adeguati, sempre nella cornice di un atteggiamento di
accoglienza e senza etichettare la persona che si rivolge a noi, rimaniamo aperti ad esplorare, con la fiducia massima nel processo, accompagnando la persona a seconda del momento di vita che sta attraversando e variando da caso a caso, con la metodologia più adeguata al momento che sta vivendo.
La nostra metodologia si avvale di lezioni frontali, in cerchio e moltissime esercitazioni pratiche che si svolgeranno in coppie, in triadi, in gruppo. Con la supervisione di tutor e insegnante.
Ci occupiamo più esattamente: approccio rogersiano, l’evoluzione del pensiero di Carl Rogers, la riformulazione in tutte le sue sfaccettature, i concetti chiave della terapia basata sulla persona, le qualità di un buon Counselor, ascolto attivo, empatia. Maslow e Rollo May.

Vita perinatale e natale: l’influsso della vita intrauterina e della nascita sulla vita quotidiana, come i blocchi legati alla nascita influiscono sulla vita adulta e come applicare queste conoscenze al Counseling.

Programmazione neurolinguistica: canali sensoriali e altri modelli della Pnl e loro utilizzo nel Counseling.

Reich e le corazze: la corazza emozionale e muscolare, lavoro sul corpo, centri energetici e blocchi relativi.

Bioenergetica di Lowen: grounding, lavoro sul corpo, tornare a vibrare. Lavorare sulla presenza dell’operatore grazie al fluire libero dell’energia vitale. Studio della postura e del linguaggio non verbale.

Assagioli e l’approccio psicosintetico: l’uovo, il funzionamento e la complessità della mente secondo Assagioli. Il transpersonale nel Counseling.

Gestalt di Perls: ciclo del contatto, meccanismi di interruzione e fuga dal contatto e loro applicazione al Counseling. Integrazione del ciclo del contatto allo studio della respirazione.

Analisi Transazionale: i tre stati dell’Io, il soddisfacimento dei bisogni, le transazioni emozionali.

Teoria dell’attaccamento di Bowlby: da questa teoria si può facilmente comprendere la complessità delle relazioni. Il Counselor può diventare un esempio di relazione funzionale, accogliendo e accompagnando il cliente alla crescita, all’evoluzione ed infine lasciandolo andare nella libertà.

Modello sistemico relazionale: principali aspetti teorici del modello, pratica ed esercitazioni. Studio della famiglia funzionale e disfunzionale, come è cambiata e come si evolve. Il contesto sociale e scolastico. Come funzionano le relazioni e come imparare a creare relazioni soddisfacenti.

Studio e pratica della respirazione: verrà dato ampio spazio alla teoria e alla pratica della respirazione. Il modello è quello della respirazione connessa, senza pause, una parte antica del pranayama che crea circolazione di prana (energia) oltre che ossigeno. Lo studio della respirazione energetica sarà sostenuto dalla lezione del medico, esperto in materia e che insegna nella nostra scuola dal 2001.

Intelligenze multiple di Gardner: comprendere di che tipo di intelligenza si è può aiutare a comprendere che non esistono persone stupide, ma esistono modelli diversi di intelligenza. Anche di fronte ai nostri clienti è importante relazionarsi in modo non giudicante e aperto aiutando a comprendere in che modo realizzarsi, utilizzando le proprie risorse interne invece che impegnarsi a cercare di essere quello che non si è. Ognuno è portato verso qualcosa, vivere il proprio scopo nella vita e aiutare gli altri a contattarlo può essere un grande dono della nostra professione.

Fin dalla fondazione della nostra scuola, alla fine del duemila, avevamo compreso l’importanza di passare delle nozioni di scienze umane piuttosto che insegnare troppe materie legate alla psicologia. Abbiamo sempre pensato che se un Counselor avesse avuto il desiderio di studiare più a fondo la psicologia avrebbe potuto iscriversi all’Università. Che motivo avremmo di sostituirci agli psicologi? Che motivo avremmo di studiare a fondo le stesse materie proposte dalle Università? Abbiamo trovato sempre più sensato (e le nuove correnti delle associazioni ci danno conferma delle nostre idee pionieristiche) insegnare le scienze umane.
Ad esempio la pedagogia che studia le fasi di vita dell’uomo dalla nascita alla morte. Si occupa dell’educazione e della formazione dell’uomo nella sua interezza, così come noi ci occupiamo della formazione di Counselor possibilmente interessati proprio all’interezza dell’esistenza in tutte le sue forme.
Oppure la filosofia, quella materia che si pone domande e riflette sull’uomo, sulla vita, sull’esistenza tentando di analizzare e definire la natura umana. L’amore per la sapienza (il significato della parola filosofia) che è proprio quello che dovrebbe contraddistinguere chi si occupa di relazione d’aiuto.
O ancora la sociologia la scienza che studia e descrive la dinamica dei comportamenti
umani, delle istituzioni e dei fenomeni sociali.
Ci occupiamo di educazione relazionale e affettiva e di intelligenza emotiva. I più comuni blocchi delle relazioni, sia in ambito di coppia, di famiglia così come rispetto alle relazioni lavorative, vengono approfonditi con l’intento di comprendere come si posiziona il Counselor quando il cliente chiede un intervento sul mondo relazionale. La nostra scuola si chiama esperienziale e relazionale proprio perché ci siamo resi conto che la maggior parte dei nostri clienti si sono spesso rivolti a noi con dei temi e delle domande proprio sulle relazioni. Un mondo non facile da decifrare e se il Counselor studia, approfondisce e sperimenta su di sé la teoria e la pratica che offriamo, avrà più strumenti con i quali
affrontare tale tematica.
Counseling narrativo: insegniamo a comprendere la narrazione di sé come un aiuto
intelligente per far emergere risorse e parti di sé fino a quel momento inesplorate.
Chiunque, in qualche momento della vita, è stato in grado di attingere a risorse interiori o esteriori, così come è stato in grado di prendere decisioni o vivere cambiamenti importanti per la propria vita, aumentando così il proprio senso di resilienza. Con la narrazione di sé e della propria storia è possibile riprendere tali sensazioni e momenti passati possono diventare utili e produttivi se portati nel momento presente. Insegniamo quindi la
narrazione, utilizzando metafore, racconti, disegni, mappe mentali, sculture e teatro in modo che la descrizione di un problema possa chiarirsi offrendo nuovi spunti per decisioni e cambiamenti possibili. Le posizioni diventano più chiare e meno emotive e ciò potrebbe aiutare ad andare verso soluzioni invece che farsi bloccare dagli ostacoli, come spesso
succede. La narrazione per noi è un arte che si può imparare e dalla quale si possono
trarre innumerevoli stimoli.
Oltre alla narrazione, nella nostra scuola, viene utilizzata la scrittura di scoperta in tutte le sue forme. Il riferimento per questo tipo di esercizi è il manuale della nostra scuola, il libro “Vivi la tua vita al meglio” scritto dalla Direttrice della Scuola, Daniela Zicari.
Come approccio esperienziale nella nostra scuola, oltre a quanto detto in precedenza,
vengono utilizzati altri strumenti quali il colore, il disegno, il gioco, la musica, la danza espressiva, le meditazioni in movimento, la visualizzazione, l’uso della voce, il movimento corporeo, il canto di mantra. Tutto questo vissuto e osservato in modo fenomenologico e privo di giudizio.

Viene data particolare attenzione al formarsi e allo sviluppo di quelli che possono definirsi gli elementi di psicopatologia, ovvero ai disturbi di personalità in modo da poter definire chiaramente i limiti e le differenze di intervento in ambito di Counseling, psicoterapia, psichiatria.
Viene trattata in particolare, attraverso gli aspetti teorici ed esperienziali della psicosintesi, quelli che possiamo definire come “limiti” di un intervento di Counseling ai fini di conoscere la specificità dell’atto stesso e le diversità rispetto all’agito psicoterapeutico, ciò quello che intendiamo definire come “confine”, nel senso di potenzialità, trasformazione, ampliamento. Un limite segna un territorio entro cui muoversi senza che venga valicato, mentre il confine, poiché presuppone una divisione condivisa con un altro, prevede la relazione, lo scambio, l’ampliamento.
Per poter entrare nello specifico tema del ” limite” e dunque dell’atto di Counseling,
vengono considerati gli elementi di psicopatologia generale, utili al futuro Counselor per orientarsi nel territorio di quella problematica che può essere di sua competenza,
imparando a distinguere quelle espressioni patologiche che invece richiedono un intervento di cura più profondo e di ristrutturazione della personalità, possibili solo attraverso la psicoterapia e/o la psichiatria e psicofarmacologia. Attraverso esercizi e simulazioni, ci addentriamo nel complesso quadro teorico del tema, fondamentale elemento di conoscenza per la professione del Counselor.
Di particolare importanza il concetto, caratterizzante e specifico nell’ambito del Counseling, di autoguarigione e di ricerca del proprio benessere attraverso lo sviluppo e la valorizzazione dei propri talenti; anche in questo caso verranno tracciati dei confini chiari tra malattia reale o conclamata e aspetti psicosomatici, data l’importanza di non sostituire il medico con il Counselor.
Altro tema sviluppato riguarda l’impatto educativo, di crescita e sviluppo personale e collettivo che può avere un intervento di Counseling, ciò che esso può generare nel privato, nel sociale, nelle famiglie o in ambienti lavorativi.

Durante il terzo anno della Scuola di Counseling Esperienziale e Relazionale dedichiamo un weekend a tutti gli aspetti, etici e deontologic,i riguardanti la professione e lo sviluppo del Counseling.
In questa fase di forte sviluppo del Counseling, trattiamo inoltre il tema di come ci collochiamo all’interno del mondo della relazione d’aiuto e quali possono essere le “differenze” con gli altri settori professionali.
Vengono inoltre tracciati i confini della professione di Counselor, le eventuali strategie di prevenzione e gli sviluppi in ambito comunitario.
Particolare importanza verrà data anche alla parte riguardante gli aspetti legali e tutti i dettagli fiscali inerenti la professione.

Si affronta il tema della promozione della professione di Counselor, attraverso esempi concreti di sviluppo della stessa, riferendoci soprattutto e inizialmente ai colloqui individuali. La nostra scuola si è particolarmente specializzata, negli anni, in questa competenza. Approfondiremo i contesti sociali, scolastici, lavorativi nel pubblico e nel privato e istituzioni.
È Importante, per ogni partecipante alla scuola, la possibilità di “costruire” il proprio profilo professionale, in base alle caratteristiche e allo sviluppo delle conoscenze in ambito di Counseling; ciò permetterà di poter scegliere al meglio il proprio indirizzo di riferimento nello sviluppo della professione.

Oltre ad aderire ai principi di base di un buon Counseling, la nostra scuola si pone come obiettivo quello di essere un riferimento di un modello che si basa sull’esperienza oltre che sulla teoria. Inoltre trattiamo in modo esaustivo il tema delle relazioni, il loro funzionamento, la conoscenza teorica e pratica: partiamo dal presupposto che nella vita, così come nel Counseling, ogni aspetto fondamentale vissuto è basato sulla relazione.
All’interno del nostro percorso di tre anni proponiamo un lavoro di crescita personale: partiamo dal concetto che chiunque si appresti a lavorare con gli altri debba prima conoscersi, conoscere i propri meccanismi, aver fatto un buon lavoro su di sé e sulla propria interiorità ed essere in cammino evolutivo.
Diamo molta enfasi alle qualità che deve possedere un Counselor. Insegniamo il modo per espandere quelle qualità che ancora sono sopite. Questo percorso quindi aiuta chiunque a diventare quello che avrebbe potuto essere senza quelle interruzioni della vitalità ed energia che tutti, più o meno, hanno subito.
Rispetto alla professionalità la scuola dona gli strumenti più idonei affinché il Counselor possa attivare la propria ricerca; sappiamo che, in questa come in altre professioni, non finirà mai. Questo principio, che sulle prime può spaventare, alla lunga diventa una modalità di vivere in modo autentico, stimolante e arricchente. Continuando a crescere, evolvere, migliorare si mette in atto, di conseguenza, il processo di attrazione di clienti disposti a mettersi in gioco.
Una delle peculiarità del nostro modo di fare Counseling è che può diventare un processo infinitamente creativo, mai fermo, sempre in movimento grazie al fatto che la vita non è mai la stessa, le persone neppure e noi ci muoviamo e fluiamo in questa corrente piena di risorse e scoperte. Diventiamo testimoni di risvegli emotivi e spirituali a cui mai pensavamo di poter assistere. In una cornice di rispetto e non giudizio. Senza creare etichette è possibile lasciare che il processo fluisca e stupirsi delle meraviglie di cui l’essere umano si dimostra capace, se messo nel giusto contesto.
Al centro del nostro Counseling rimane, infatti, la persona con le proprie infinite possibilità.
Appoggiamo il concetto di autorealizzazione e sosteniamo la spinta a muoversi verso la scoperta di un nuovo se stesso che potrà continuamente rinnovare e vivificare.
Abbiamo creato un percorso che affianca antiche discipline orientali alle più moderne scoperte scientifiche.
Come già spiegato in altri punti di questo documento, le nostre lezioni si svolgono in maniera frontale così come in cerchio. Alla spiegazione didattica (spesso supportata da slide e dispense) segue sempre l’esperienza che può cambiare a seconda dell’argomento trattato. Ad esempio possiamo utilizzare lo strumento del disegno, delle mappe, l’uso del colore, così come utilizzare la voce, con il canto o i mantra, oppure ancora l’uso del corpo attraverso esercizi di bioenergetica o di danza terapia. Ancora possiamo utilizzare degli specifici massaggi e soprattutto utilizziamo la respirazione come strumento sia di meditazione che di integrazione dei processi vissuti.
Dal punto di vista dell’insegnamento del Counseling (oltre alla teoria) ci appoggiamo a numerosi esercizi: a seconda del modello insegnato in quello specifico weekend verranno esplicitate e mostrate le tecniche adeguate: sessioni simulate, triangolazioni, esercizi con i cuscini, con i fogli, esercizi sull’ascolto, sulla comunicazione, di comprensione profonda ed immediata di come funzionano le relazioni.
Le parti esperienziali hanno la capacità, infatti, di arrivare immediatamente all’essenza delle persone portando nuova comprensione e delle vere illuminazioni rispetto al punto in cui si è, da dove si arriva e dove si vuole andare.
La parte strettamente relazionale riguarda la comprensione dei paradigmi delle relazioni, quei modelli ripetitivi che continuano a tornare nelle vite di molti.
Questo aspetto viene trattato nel punto seguente.

Abbiamo spiegato cosa intendiamo con il termine Esperienziale, veniamo ora a descrivere il termine Relazionale. Per crescere sani abbiamo bisogno di relazioni, mentre l’isolamento porta a danni irreversibili. Un ambiente giusto in cui crescere dovrebbe essere protetto e stimolante al tempo stesso. Quando un ambiente ha queste caratteristiche e crea delle interazioni, cioè delle relazioni, genera nei bambini nuove connessioni neuronali. Nel periodo primale, cioè della prima infanzia, la possibilità di creare queste connessioni è elevatissima e si riduce mano a mano che si cresce. La possibilità di poterla sviluppare continua per tutta la vita ma necessita di un ambiente particolarmente ricco di stimoli, per un lungo arco di tempo e che ci sia uno scambio con altre persone. Questa è una delle ragioni per cui la nostra scuola offre stimoli, per una durata di tempo di tre anni offrendo molti esercizi che prevedono l’interazione con altre persone. Viene curato l’ambiente in cui avvengono le esperienze, rendendolo ricco e sicuro dando così la possibilità di integrare le emozioni e gli stimoli che emergono, lavorando su materie che sollecitano la curiosità personale ma anche l’interazione con gli altri. Creando relazioni che nutrano all’interno della scuola si crea una palestra in cui mettersi alla prova per poter poi migliorare la qualità delle relazioni nella propria vita. Le relazioni create a scuola tra colleghi, con i tutor e coi docenti diventano uno specchio delle relazioni esterne e forniscono un esempio di relazioni di buona qualità, proprio quelle di cui non tutti hanno potuto beneficiare mentre crescevano. Quando invece queste relazioni presentano delle difficoltà, ecco che si possono utilizzare delle metodologie insegnate durante i corsi, ad esempio la comunicazione ecologica, per poter verificare con mano che qualsiasi problema nasconde un’opportunità di crescita, di evoluzione e porta con sé anche la soluzione. Durante la scuola ci sono dei momenti in cui utilizziamo il movimento del corpo, la respirazione, la musica: elementi utili a creare l’ambiente ideale per poter aumentare la stima di sé e la relazione con gli altri; anche la voce del conduttore del gruppo trasmette emozioni alle altre persone, provocando nuove reazioni e creando un ambiente fortemente arricchente. Una prova dell’importanza dell’uso del corpo deriva dalla seguente osservazione: se si condividono le proprie emozioni o sensazioni dopo un lavoro di contatto col corpo, la condivisione sarà più profonda, intima, più vera e quindi più utile. Tale teoria deriva dagli studi di Wilhelm Reich sulle corazze, cioè l’ancoraggio bio–psicologico della repressione emozionale o, più semplicemente, come indica il termine stesso, lo scudo sia fisico che mentale dietro il quale la personalità si nasconde per proteggere l’individuo. La corazza inizia a formarsi già nella prima infanzia, come risposta del bambino ai limiti che gli vengono posti. Tale adattamento profondo è un’utile “barriera al dolore”, essendo il suo sviluppo tendenzialmente legato alla quantità di sofferenza prolungata cui è esposto il bambino. L’intensità del dolore può produrre un trauma specifico ed una successiva rimozione: quando il dolore si allontana allora resta la “corazza”, mentre a livello fisico le parti coinvolte sono la muscolatura e il sistema osseo e in particolare le parti più legate alla respirazione, come il torace, il diaframma, il collo, le spalle e la colonna vertebrale. La corazza tende a “fossilizzarsi” senza seguire lo sviluppo dell’individuo. Così cessa progressivamente di svolgere il suo ruolo primario di difesa e si trasforma sempre più in una limitazione della felicità. Possiamo concludere dunque che l’equilibrio psichico in un certo senso garantito dalla corazza ha quindi un prezzo; essa ci protegge dai traumi che non siamo riusciti a rimuovere e riduce l’ansia e la paura apparente ma nasconde una profonda insicurezza interiore ed una forte sfiducia nell’ambiente esterno che viene percepito come ostile e pericoloso. Per limitarne gli effetti alla lunga dannosi, si può creare un equilibrio in cui il benessere fisico corrisponde a quello psichico e viceversa: alcune tecniche di rilassamento e respirazione hanno come fine che al rilassamento fisico si associ una forma di “liberazione mentale” mediante il rilascio a livello cerebrale di endorfine (che appunto vengono prodotte tramite il movimento e gli stimoli piacevoli). Un altro elemento decisivo per creare una personalità ricca e creativa e reti neuronali, è la continuità dello stimolo; per poter creare la connessione neuronale è necessario che esso venga ripetuto. Per poter produrre un cambiamento nel potenziale artistico, nella salute, nel carattere, aumentare l’intelligenza, la memoria , è necessario un periodo di tempo continuativo, tre anni minimo. Ogni esperienza genera una rete neuronale corrispondente; noi non possiamo eliminare quelle vecchie e negative, possiamo, però, crearne di nuove più positive. Se si ripresenta una crisi o un problema, dipende da quale rete è diventata più forte, se quella negativa o quella positiva. Durante la nostra Scuola oltre ad affrontare le tematiche finora descritte trattiamo altri argomenti legati al mondo delle relazioni. Ecco alcuni esempi: gli schemi di relazione più comuni, la famiglia disfunzionale e le caratteristiche invece di quella funzionale; la spirale della codipendenza emotiva, il triangolo drammatico, gli schemi di controllo nelle coppie e nelle relazioni tra genitori e figli; la genitorialità matura e consapevole, l’ascolto e la comunicazione in famiglia e come trovare soluzioni creative ai conflitti.
Il modello di Counseling integrato della nostra scuola condivide i principi della psicologia umanistica di Carl Rogers, ponendo al centro dell’attenzione il cliente e la relazione con esso. La relazione che si instaura, al di là delle tecniche usate, sarà la base di partenza per un lavoro proficuo e di qualità. A seconda del tipo di domanda che il cliente ci porta si potrà attingere a diversi indirizzi teorici. La formazione dei nostri Counselor si basa quindi su una preparazione multipla con enfasi sulla ricerca di uno stile proprio, sia d’indagine che d’intervento, utilizzando la creatività e l’intuito. La figura che ne deriva è quella di un professionista preparato, aperto, flessibile, capace di stare nella dimensione del sentire, oltre che in quella cognitiva, disponibile alle varie metodologie senza restare legato in modo rigido ad un solo paradigma teorico e pratico. L’obiettivo di questo modello di intervento è quello di trovare dati comuni nei diversi modelli e utilizzare, di volta in volta o a seconda del cliente e della tematica che ci porta, quello più consono alla situazione. Sottolineo che il nostro modo di lavorare non è tanto tecnico quanto umano, nell’ascolto e nell’accoglienza e che a scuola viene data la precedenza sempre e comunque alle persone con i loro sentimenti e la loro dignità, piuttosto che alle tecniche che, private dal contesto sano e non giudicante, non porterebbero a nulla. Non ci sarebbe nessuna crescita ne per il cliente ne tantomeno per il Counselor. Riteniamo infatti che in ogni intervento singolo o di gruppo, sia l’utente che chi offre la prestazione, abbiano una grande opportunità di conoscersi meglio, di crescere, evolvendo su più livelli. L’obiettivo principale, al di là del tipo di intervento e al di là della domanda portata dal cliente, è quello di aiutarlo a migliorare la qualità della sua esistenza e potenziare le sue risorse. In un contesto in cui si crea l’empatia si favorirà il cambiamento del cliente aiutandolo a sciogliere le sue resistenze al cambiamento stesso. Possiamo concludere che il Counseling con un approccio integrato nasce con lo specifico scopo di aumentare l’efficacia dell’intervento, facendo una selezione e rielaborando metodologie di diversa provenienza, creando così uno stile innovativo, creativo e intuitivo.

Durante la nostra esperienza con la respirazione energetica che insegniamo a scuola, abbiamo potuto assistere a numerosi risvegli spirituali. Possiamo pensare ad un collegamento interrotto, per varie cause familiari e sociali, che durante l’uso della respirazione, toccando il processo evolutivo del cliente in tutte le sue parti (fisica, emozionale, mentale e spirituale) si venga a collegare di nuovo. Molte persone avvertono come una chiamata, qualcosa che si era sopito in loro e che all’improvviso si riaccende.
Durante la nostra scuola questo può avvenire anche grazie all’uso degli elementi della natura come modalità di risveglio e crescita: facciamo riferimento al libro sugli Elementi “Libera la tua Energia” scritto dalla Direttrice della Scuola, Daniela Zicari.
In alcuni clienti (soprattutto se ciò è già accaduto all’operatore) può avvenire quindi una rinascita spirituale, che si può definire come un moto dell’individuo verso un modo più vasto di essere. Questo può portare ad un livello migliore di salute emotiva, può produrre un senso di maggior libertà, un senso di appartenenza che forse non si era mai provato prima. Potrebbe nascere o si potrebbe fortificare un legame con gli altri, con la natura, comprendendo maggiormente il proprio scopo in questa vita.
Con il termine transpersonale, si intende ciò che trascende il personale. L’approccio transpersonale, a cui è possibile accedere durante le sessioni di respirazione, permette di scoprire ed integrare ulteriori potenzialità e ampliare i punti di vista sulla stessa realtà.

Ci sono molti motivi per cui insegniamo la Respirazione Energetica nella nostra Scuola. Uno di questi è che si tratta di una disciplina completa, dolce e intima, che facilita l’accesso al mondo interiore ed emozionale; permette di comprendere meglio il funzionamento della propria mente e dei propri pensieri e connette ad una parte spirituale che esiste profondamente in ogni essere umano. La respirazione che insegniamo nella Scuola ha come scopo quello di far emergere dei blocchi energetici presenti al nostro interno, per poterli recuperare e completare; il respiro infatti pulisce quello che ostruisce il benessere. Inoltre, per mezzo di altre pratiche abbinate, è possibile trarre il maggior vantaggio possibile dal lavoro col respiro. Ad esempio insegniamo ad utilizzare le proprie risorse, metodologia perfettamente allineata ai principi del Counseling. La persona viene aiutata e sostenuta a mantenere la propria presenza sempre nel momento presente. In più di vent’anni di esperienza di utilizzo di tecniche di respirazione, maturata nei corsi e nella scuola, abbiamo potuto verificare quanto le stesse siano di grande aiuto anche ad uno sviluppo cognitivo, facilitando la chiarezza mentale e una maggiore presenza. I punti di forza, per ottenere dei buoni risultati in una buona sessione di respirazione sono tre: Attenzione al “qui e ora”. Significa, durante la respirazione, staccare dalle preoccupazioni, dallo stress e dalle fatiche che allontanano continuamente da se stessi. Senza giudicarsi né trattenersi, senza interpretare a tutti i costi, si lasciano fluire i pensieri e le sensazioni portando l’attenzione al corpo. Verità assoluta. Nella nostra scuola insegniamo come cercare di essere completamenti autentici e onesti con se stessi; accettando il dolore, la gioia, le paure, l’angoscia e il piacere nello stesso modo. Riconoscendo quello che si sta vivendo e lasciando che fluisca liberamente, costruendo un contenitore energetico di sostegno per il proprio viaggio interiore. Si uscirà da questo viaggio più ricchi e rinforzati, nutriti e positivi connettendosi con una parte più autentica. Accettazione e integrazione. Imparando ad accettare quello che si sente, sarà possibile integrarlo, sapendo che questa parte porta un insegnamento, smettendo di lottare e di avere paura. A volte, mentre si è impegnati in un esercizio di respirazione, si inizia a lottare non riuscendo ad accettare quello che si sta provando e in questo modo le sensazioni spiacevoli paradossalmente aumentano. Ciò che serve fare in questi casi è di arrendersi alle sensazioni, le quali immediatamente si faranno più sottili e leggere. È un gioco della mente: si lotta con quello che il respiro fa emergere, come se fosse qualcosa di esterno. Invece si tratta di sensazioni che hanno bisogno di essere accettate e accolte. Solo così si potrà capire il profondo significato dell’esperienza.
Nel corso del triennio della Scuola di Counseling Esperienziale e Relazionale vengono più volte ripresi, come già detto in precedenza, temi riguardanti il concepimento, la nascita e la prima infanzia. Si sottolinea, approfondendo la materia con varie slide ed esercizi, l’influenza che ha sulla nostra personalità la gravidanza e la nascita, aspetti sempre più riconosciuti e considerati anche da scienziati e ricercatori. Approfondiamo i temi relativi alle potenzialità del bambino, il più delle volte represse nel percorso evolutivo e di crescita; non mancano gli approfondimenti relativi all’evoluzione del rapporto con la propria famiglia d’origine. Come esempio dei vari livelli di approfondimento che verrà svolto nella Scuola, riportiamo in questo documento il lavoro sulla liberazione dalla corazza di Reich, gli studi sulla teoria dell’attaccamento di Bowlby, il lavoro sugli adulti cresciuti in famiglie disfunzionali di Woititz. Vengono fornite informazioni di base sulla psicogenealogia, per effettuare al meglio lo studio del proprio albero genealogico. Utilizziamo le costellazioni familiari, strumento e tecnica utilissima a fornire soluzioni e visioni il più delle volte inaspettate e sorprendenti. Alcuni degli argomenti delle costellazioni familiari, di grande interesse e utilità, sono gli irretimenti e gli obblighi ereditati, i segreti di famiglia, i parenti esclusi, il movimento interrotto, gli ordini dell’amore e del successo.